Misurare la pressione in modo accurato è essenziale per sviluppare una pompa dell’olio elettrica

Misurare la pressione in modo accurato è essenziale per sviluppare una pompa dell’olio elettrica

Spinti dall’inasprirsi degli obiettivi per le emissioni globali, gli OEM si stanno rivolgendo sempre di più all’elettrificazione per ridurre il consumo di carburante e le emissioni di gas serra. La scelta in questo ambito ricade spesso sui veicoli elettrici ibridi, spesso alimentati da un motore estremamente ridotto.

Il problema con questi motori dimensionati è che i sistemi ausiliari di potenza compromettono di molto la guidabilità e le prestazioni. Per fortuna queste perdite parassite possono essere in gran parte ridotte sostituendo i componenti tradizionalmente meccanici con unità alimentate elettronicamente. Per questo motivo, le pompe alimentate elettricamente si stanno diffondendo rapidamente nella produzione di serie; in particolare le pompe dell’olio e dell’acqua.

Immagine 1: esempio di una pompa dell’olio elettrica
Fonte dell’immagine: Rheinmetall Automotive

 

Se i vantaggi sono ovvi, l’elettrificazione, soprattutto per quanto riguarda la pompa dell’olio, è però tecnicamente complessa: gli ingegneri non solo vogliono che l’olio circoli ad una determinata velocità di flusso e pressione, ma vorrebbero che questi parametri corrispondano ai requisiti del motore in modo intelligente. 

Al fine di ottimizzare le prestazioni è importante che l’attrito e le perdite di pompaggio siano ridotti al minimo attraverso un attento controllo del flusso dell’olio nelle diverse aree del circuito dell’olio, garantendo nel contempo sempre la giusta pressione. 

Le simulazioni si basano sulle informazioni accurate della pressione e della velocità di flusso dell’olio al banco di prova 

Una pompa dell’olio alimentata elettronicamente è costituita da tre sottosistemi: la pompa, il motore e il regolatore elettronico. La prima sfida di qualsiasi nuovo sviluppo applicativo è dunque integrare in modo efficiente questi moduli in modo tale da ridurre le dimensioni e il peso totali, nonché il numero di componenti, pur ottimizzando le prestazioni. 

La funzione principale della pompa dell’olio è fornire un determinato flusso dell’olio ad una pressione ottimale. Pertanto la sua progettazione, che costituisce un processo iterativo, inizia dagli ingranaggi di pompaggio. Per la maggior parte delle applicazioni, la pompa è necessaria per fornire pressioni superiori di 1 fino a 2 bar, spesso arrivando a 10 bar. 

Come succede quasi sempre per lo sviluppo dei motori, per accelerare la fase di progettazione ci si affida a una combinazione di simulazioni e test condotti nel mondo reale. 

Il ciclo di progettazione inizia con la valutazione preliminare dell’efficienza volumetrica basata sui risultati sperimentali raccolti su pompe e applicazioni simili. Questi dati includono la velocità della pompa, la temperatura dell’olio, la pressione e la velocità di flusso. 

È importante che le informazioni usate per la valutazione siano accurate. La raccolta dei dati deve, dunque, essere effettuata utilizzando strumenti di misura precisi e altamente affidabili, in grado di fornire letture accurate nelle condizioni estreme che si verificano all’interno e intorno al motore. 

Per garantire accuratezza e ripetibilità, per la misura della pressione è importante utilizzare solo i sensori della migliore qualità. Non solo questi sensori di pressione devono fornire letture affidabili per un ampio intervallo di pressioni e temperature, ma devono anche resistere alle vibrazioni. 

Nel corso degli anni, la STS ha sviluppato dei sensori di pressione che soddisfano i requisiti degli OEM, dei fornitori di primo livello e degli specialisti della progettazione per quanto riguarda lo sviluppo dei motori. 

Sviluppo di una pompa dell’olio elettrica che supera in prestazioni l’unità meccanica 

Sulla base delle informazioni raccolte sui requisiti idraulici a varie velocità di flusso, pressioni di mandata e temperature dell’olio, si conclude una progettazione preliminare degli ingranaggi. Grazie al software Matlab’s Simulink, le informazioni riguardanti il comportamento del sistema fisico possono essere razionalizzate in un codice unidimensionale. 

In questa fase è importante notare che per generare il flusso richiesto a una determinata pressione, dovrebbe essere selezionata una velocità di rotazione che faciliti la migliore forma del motore e della pompa senza creare cavitazione o problemi di rumore, laddove il rumore per un tipico intervallo di velocità per un funzionamento continuo è solitamente compreso tra 1500 e 3500 rpm. 

Nella fase successiva è possibile creare diversi design utilizzando LMS Imagine. Il software Lab’s Amesim può ottimizzare i parametri di progettazione – per esempio il numero di denti e l’eccentricità – continuando a soddisfare tutte le condizioni di pressione, flusso e temperatura. 

Dopo aver implementato le caratteristiche geometriche dell’idraulica calcolata e aver terminato il design provvisorio, è possibile calcolare la coppia totale richiesta per guidare la pompa nei punti critici di funzionamento con la seguente formula: 

Mtot = MH + MCL + Mμ  

Dove: 

  • MH sta per la coppia idraulica dovuta alla generazione della pressione e del flusso richiesti
  • MCL sta per l’attrito di Coulomb generato quando ci sono contatti asciutti e lubrificati tra le parti scorrevoli
  • Mμ è il contributo viscoso dovuto al movimento del fluido all’interno degli spazi liberi

Una volta completata la progettazione, vengono costruiti i prototipi per valutarli nel mondo reale su un banco di prova del motore. 

La pressione dell’olio, la velocità di flusso e la temperatura a varie velocità del motore e della pompa vengono ancora una volta misurate per poter convalidare i risultati ottenuti con la simulazione. Se i risultati corrispondono alle specifiche, il programma di sviluppo viene ultimato e il progetto entra, così, nella fase di industrializzazione. 

È ovvio che per prestazioni ottimali e durabilità tutte le misure devono essere registrate in modo accurato, ma il peso dato alle informazioni generate dal sensore di pressione è, se possibile, più importante degli altri. In qualsiasi momento una pressione insufficiente può portare a un catastrofico guasto, mentre una pressione eccessiva spreca energia e può portare a problemi con le guarnizioni dell’olio.

Rete gas a bassa pressione sotto controllo con la misurazione continua della pressione

Rete gas a bassa pressione sotto controllo con la misurazione continua della pressione

Il monitor di processi autonomo dell’azienda AIRVALVE, interconnesso ai sensori di pressione della STS, controlla i punti nevralgici della rete gas della SWK Netze GmbH. Ciò permette sicurezza di pianificazione a fronte di un piccolo sforzo di implementazione.

Per calibrare il suo programma sulla rete di tubazioni, la SWK Netze GmbH effettua numerose misurazioni nella rete gas a bassa pressione. A tal scopo, nell’ambito del progetto “Controllo della rete gas a bassa pressione”, devono essere effettuate misurazioni continue della pressione in quindici punti nevralgici. Accanto alle aspettative di valori di misurazioni più precisi possibili, per la realizzazione del progetto è stato altrettanto decisivo che gli strumenti di misurazione funzionassero in modo affidabile per un lungo periodo di tempo e, contemporaneamente, disponessero di una potenza di segnale sufficientemente elevata, in modo da riuscire a trasmettere regolarmente i valori misurati anche in installazioni sotterranee. Per ridurre al minimo indispensabile gli interventi strutturali e in sotterraneo, bisognava misurare la pressione nelle tubature di ventilazione già esistenti. Per questo l’apparecchiatura di misurazione è stata installata in tombini con chiusini DIN3583 dotati di dispositivo di blocco, misura 3. 

Per adempiere a questo compito la scelta è ricaduta sul monitor di processo,modello LS-42, dell’azienda AIRVALVE. Test accurati, avevano precedentemente dimostrato che i prodotti che fanno parte della serie dei monitor di processo sono gli unici a disporre di un’antenna integrata di elevata potenza che, persino nei tombini, assicura una trasmissione del segnale priva di interferenze. 

Stabilità a lungo termine e facilità d’uso  sono i fattori chiave 

Inoltre, grazie ad una batteria ad alta efficienza sostituibile, lo strumento di misurazione funziona in modo indipendente dalla rete elettrica e telefonica per un periodo di 10 anni e più. Il monitor di processo, facile da installare e configurabile da remoto, assicura una trasmissione sicura dei dati rilevati grazie alla scelta libera della scheda SIM o alla rete multipla con tunnel VPN privato (vedi immagine 1 sulla struttura di un monitor di processi). Per questi motivi è maggiormente adatto per impianti lontani o di difficile accesso, che devono essere monitorati per un lungo periodo di tempo in modo affidabile e senza costosi lavori di manutenzione.

Immagine 1: struttura del monitor di processi (fonte: AIRVALVE)

Naturalmente, i requisiti di durata e prestazioni del prodotto riguardano anche i sensori utilizzati per la misurazione della pressione. AIRVAVLE ha scelto il trasmettitore di pressione ATM.ECO/N della STS. Questo sensore da 100 mbar viene alimentato dalla batteria sostituibile del monitor di processi, dispone di una resistente struttura in acciaio inossidabile e, in un intervallo di temperatura che va da -5 fino a 50°C, fornisce risultati accurati con un errore totale di ≤ ± 0.70%. In termini di stabilità a lungo termine l’ATM.ECO/N registra< 0.5%.

Struttura del sistema di misura nella rete gas a bassa pressione

L’intero sistema di misura per il monitoraggio della rete gas a bassa pressione è stato installato nei tombini (vedi immagine 2).Utilizzando tubature di ventilazione già esistenti è stato possibile eseguire i lavori richiesti senza grandi spese. Per implementare la misurazione della pressione il tappo del tubo di ventilazione è stato sostituito da un riduttore (1). Il connettore di misura può essere chiuso su una valvola a sfera in acciaio inossidabile (2). Una calibrazione del sensore di pressione è resa possibile da un connettore Minimess (3). Il sensore di pressione (4) è collegato al monitor di processo della AIRVALVE (6) tramite una scatola di distribuzione per la compensazione della pressione (5). Il monitor di processo è a sua volta fissato al terreno tramite un sistema di aggancio (7).

Immagine 2: visione d’insieme del sistema di misura (fonte: AIRVALVE)

Le misurazioni vengono eseguite ogni 5 minuti. L’intervallo tra una misurazione e l’altra può essere scelto essenzialmente tra uno e 60 minuti. I valori misurati vengono trasmessi più volte al giorno al centro di controllo. La trasmissione dei valori può avvenire tramite scheda di rete multipla VPN protetta o scheda SIM con abbonamento. La comunicazione è possibile sia con centri di controllo via internet che con sistemi SCADA. Nell’esempio di applicazione presentato la SWK Netze GmbH ha scelto la centralizzazione dei dativi a internet “Web-LS” per gestire i dati rilevati attraverso server ad alta sicurezza.

Misurare la pressione in modo accurato è indispensabile per lo sviluppo dei veicoli a motore sicuro ed economicamente conveniente

Misurare la pressione in modo accurato è indispensabile per lo sviluppo dei veicoli a motore sicuro ed economicamente conveniente

Il principio della potenza idraulica per compiere un lavoro risale ai tempi degli antichi egizi, ma così come i sistemi si sono evoluti,si sono evoluti anche gli strumenti necessari per sviluppare e progettare questi circuiti sofisticati e, spesso, complessi.

Dai primi manometri inventati da Evangelista Torricelli nel 1600 ai calibri meccanici di Bourdon, fino ai trasduttori di pressione piezoresistivi dei giorni nostri, gli ingegneri di sviluppo hanno sempre ricercato i migliori strumenti per misurare la pressione e ottimizzarne il design. Nei tempi recenti,soprattutto gli ingegneri del settore automobilistico sono arrivati ad affidarsi a questi sensori di pressione di alta qualità e precisione durante i test e lo sviluppo dei veicoli.

Gli attuali trasduttori di pressione sono solitamente in grado di registrare delle deflazioni a piena scala, da circa 350 mbar a 700 bar a una temperatura prolungata che varia da

-40°C a 150°C. E ancora meglio, i sensori di qualità come quelli prodotti dalla STS sono capaci di un’isteresi e una ripetibilità tipicamente di circa 0.001%!

Immagine 1: trasmettitore di pressione di alta precisione ATM.1ST con accuratezza fino a 0.05% FS

I sensori di pressione di alta qualità sono usati nello sviluppo dei sistemi chiave dell’industria automobilistica.

Questo livello di ripetibilità è essenziale per la progettazione e lo sviluppo,tra gli altri, dei sistemi di raffreddamento e di alimentazione. Durante la fase di sviluppo, i progettisti si affidano a strumenti stabili di misura di pressione per registrare in maniera precisa le informazioni in modo che l’effetto anche dei più piccoli cambiamenti di progettazione possa essere documentato, senza preoccuparsi del fatto che il sensore sia incapace di fornire risultati ripetibili.

In una recente riprogettazione di un sistema di raffreddamento per motore, per trarre vantaggio dalle ridotte perdite parassite rese possibili attraverso l’elettrificazione, il team di ingegneri di un OEM di pregio, ha dovuto inizialmente affrontare un calo di pressione nella pompa di circa 150kPa. Prima che la riprogettazione di una nuova pompa elettrica fosse possibile, era necessario registrare accurate misurazioni della pressione così da permettere agli ingegneri di identificare il problema. Dopo aver studiato i risultati registrati da un insieme di sensori di pressione, è stato possibile modificare il design riducendo il calo di pressione a meno di 100kPa e tagliando le perdite parassite di 500W.

Anche se l’elettrificazione e i controlli elettronici svolgono un ruolo sempre più significativo nei sistemi dei veicoli, ci si affida ancora alla pressione idraulica per garantire operazioni di molti circuiti critici senza incorrere in problemi.

Ad esempio, durante lo sviluppo di una trasmissione automatica occorre misurare in tempo reale le pressioni nei punti di pressione e poi confrontarle con gli standard di progetto per confermare che i parametri di progettazione siano soddisfacenti. Allo stesso tempo, le variazioni nei tempi e nella qualità sono misurate e valutate soggettivamente per far sì che i requisiti dei clienti nella guida e nelle prestazioni siano altrettanto soddisfacenti.

Al di là del valore dei sensori di pressione di alta qualità durante la registrazione dei dati importanti in fase di test e di sviluppo, nell’industrializzazione di tecnologie future questi strumenti possono anche ridurre i costi di progettazione in maniera significativa.

I sensori di pressione assicurano che le tecnologie future saranno all’altezza delle aspettative.

Nel tentativo di migliorare le prestazioni dei motori fortemente ridotti, i produttori si avvantaggiano della potenza aggiuntiva offerta da un motore elettrico da 48V, sostituendo il turbocompressore con un supercaricatore elettrico.

Poiché si tratta di una tecnologia non ancora matura, gli ingegneri che vogliono ottimizzare i supercaricatori elettrici non hanno ancora a disposizione molti dati di ricerca e test. Anche se gli ingegneri elettrici e di fluidodinamica forniscono una piattaforma da cui partire, è di vitale importanza che le teorie siano convalidate in condizioni reali di test.

Per raggiungere questo obiettivo occorre registrare le pressioni nei collettori per ottimizzare le prestazioni del motore e, allo stesso tempo, massimizzare l’energia recuperata dai gas di scarico. Pertanto, sono necessari sensori di pressione estremamente accurati che forniscano letture precise su un ampio intervallo di temperature e di pressioni di sovralimentazione del collettore. Questi sensori devono essere resistenti alle vibrazioni e alla degradazione chimica.

E mentre i produttori di tutto il mondo continuano a portare avanti la ricerca nei veicoli elettrici, diversi gruppi stanno considerando altri modi per sfruttare l’idrogeno al fine di generare elettricità invece di affidarsi a celle di batterie.

Le celle a combustibile a idrogeno che impiegano membrane a scambio protonico, conosciute anche come celle a combustibile a membrana elettrolitica polimerica(PEMFC), sono state già impiegate in produzioni in serie limitate di veicoli come la Toyota Mirai.

Anche se le celle a combustibile a membrana elettrolitica polimerica (PEM) operano sotto una pressione d’aria normale, le celle a combustibile ad alta potenza, di 10kW o più, di solito lavorano sotto pressioni elevate. Come con i motori a combustione interna convenzionali, l’obiettivo di aumentare la pressione nel combustibile è quello di aumentare la potenza specifica, estraendo più potenza da una cella della stessa dimensione.

Solitamente, la cella a combustibile PEM opera a pressioni che variano da quella prossima all’atmosfera fino a circa 3 bar e a temperature tra 50°C e 90°C. Mentre densità di potenze più alte sono possibili aumentando la pressione di funzionamento, l’efficienza netta del sistema può essere più bassa a causa della potenza richiesta per comprimere l’aria; ecco l’importanza di bilanciare la pressione ai requisiti della particolare cella a combustibile.

Come con le pressioni di sovralimentazione ICE, questo può essere ottenuto solamente eseguendo misurazioni accurate di pressione con sensori di pressione di alta qualità. Tali misurazioni vengono poi confrontate con i risultati del combustibile, al fine di minimizzare le perdite parassite e, allo stesso tempo, ottimizzando il guadagno del risultato elettrico.

Concludendo, indipendentemente dalla direzione che l’industria automobilista sceglierà per le tecnologie future, i sensori di pressione accurati rimarranno l’elemento chiave per lo sviluppo di veicoli efficienti e sicuri.

Integrazione delle celle di misura piezoresistive in applicazioni esistenti

Integrazione delle celle di misura piezoresistive in applicazioni esistenti

L’elemento centrale di ogni trasmettitore di pressione è la cella di misura della pressione. Nei trasmettitori di pressione equivale essenzialmente al ponte di Wheatstone. Qui avviene la misurazione della pressione primaria attraverso le deformazioni degli estensimetri. Se necessario, questa cella di misura può essere integrata anche in applicazioni già esistenti come pressostati o regolatori di pressione. A tale scopo esistono varie possibilità.

La mancanza di spazio è il motivo più comune per cui si ha bisogno di integrare una cella di misura, al posto di un trasmettitore di pressione, in un’applicazione esistente. Nelle valvole idrauliche, ad esempio, ci sono solo pochi centimetri cubi di spazio. Di solito, dunque, l’integrazione di un intero trasmettitore di pressione non è possibile. A causa della mancanza di spazio alcuni utenti scelgono di utilizzare un sensore esterno, che viene poi flangiato all’applicazione esistente. Questo approccio è, tuttavia, scomodo e non così ottimale come l’integrazione nell’applicazione di una cella di misura separata.

In generale, per scegliere la giusta cella di misura per applicazioni individuali valgono le stesse domande valide per la scelta di un trasmettitore di pressione completo. Bisogna dunque stabilire, tra le altre cose, il campo di pressione da misurare, le condizioni termiche così come la compatibilità con le sostanze. Inoltre, per l’utilizzo delle celle di misura piezoresistive si aggiungono altri due criteri di selezione: considerazioni meccaniche ed elettriche per l’integrazione della cella di misura.

Il criterio di selezione meccanico riguarda l’installazione della cella di misura nella rispettiva applicazione. A seconda delle esigenze, esistono queste possibilità:

  • avvitare
  • saldare
  • collegare
  • incastrare

Dal lato elettrico bisogna stabilire quale elettronica è utilizzata nell’applicazione per fornire la trasmissione del segnale elettrico. In determinate circostanze può succedere che l’elettronica disponibile nell’applicazione non sia progettata per l’integrazione di una cella di misura della pressione. In tal caso è necessario integrare una conversione del segnale elettrico separatamente.

Prendiamo un esempio reale: un cliente della STS voleva potenziare un’esistente valvola di regolazione della pressione di precisione per applicazioni per banchi di prova con l’opzione per misurare la pressione. Poiché non è stato possibile integrare nessun sensore di pressione completo nella valvola, si è dovuto scegliere per una singola cella di misura della pressione. Le richieste erano che rappresentasse pressioni fino a 600 bar e che fosse progettata per un segnale di uscita da 0 a 100 mV/V con un’alimentazione da 10 V.

La soluzione scelta è stata una cella di misura con connettore di pressione in acciaio inossidabile e tecnica di compensazione minore. Con un risparmio di spazio e al riparo da influssi esterni, è stato possibile avvitarla al corpo della ventola sotto il rivestimento esistente. Una volta montata l’altezza d’installazione era inferiore a 30 millimetri (compreso il raggio di curvatura dei trefoli). A prescindere dalla dimensione minima, c’è un’ulteriore caratteristica: il punto zero e l’intervallo sono personalizzabili dall’utente attraverso un potenziometro.

Cella di misura con connettore di pressione in acciaio inossidabile per l’implementazione nella ventola di controllo ad alta pressione

La consulenza è la chiave 

Le celle di misura piezoresistive costituiscono le competenze chiave della STS. Sono realizzate interamente in-house, rappresentano campi di misura della pressione da 100 mbar a 1000 bar e sono disponibili in acciaio inossidabile, titanio e Hastelloy®. Per questo sono prese in considerazione, in linea di principio, per quasi ogni compito di misurazione immaginabile. Grazie alla collaborazione con i nostri ingegneri, i clienti ricevono una consulenza completa per l’integrazione della giusta cella di misura nell’applicazione esistente.

Misurazione elettronica della pressione: confronto tra i principi di misura più comuni

Misurazione elettronica della pressione: confronto tra i principi di misura più comuni

I trasmettitori di pressione elettronici vengono utilizzati in una varietà di applicazioni, dall’ingegneria meccanica all’industria manifatturiera, fino all’industria alimentare e farmaceutica. Il rilevamento della grandezza fisica della pressione può avvenire tramite diversi principi di misura. In questo articolo presentiamo i principi più comuni.

Nella misurazione elettronica della pressione si fa solitamente distinzione tra sensori a film sottile, sensori a film spesso e sensori di pressione piezoresistivi. Tutti e tre questi principi di misura hanno in comune il fatto che la grandezza fisica della pressione viene convertita in un segnale elettrico misurabile. Ugualmente fondamentale per tutti e tre questi principi di misura è un ponte di Wheatstone, dispositivo di misura per la rilevazione di resistenze elettriche, costituito da quattro resistori collegati tra loro. 

I sensori di pressione piezoresistivi: alta precisione e prezzi convenienti 

I trasmettitori di pressione piezoresistivi si basano su estensimetri a semiconduttore. Il materiale utilizzato è il silicio. Su un chip in silicio vengono diffusi quattro resistori collegati a un ponte di Wheatstone. Con la pressione il chip in silicio si deforma e questo fa sì che la conduttività dei resistori diffusi, cambi. Da questa variazione di resistenza è possibile infine rilevare la pressione. 

Poiché l’elemento del sensore piezoresistivo è molto sensibile, deve essere schermato dall’influenza del fluido di misura. Il sensore viene pertanto posizionato in un separatore. La pressione viene trasmessa attraverso un liquido che circonda l’elemento del sensore. Solitamente si tratta di un olio di silicone. Tuttavia, nelle applicazioni con necessità di igiene come nell’industria alimentare e farmaceutica si utilizzano anche altri fluidi di trasmissione. Realizzare una cella di misura asciutta da cui non fuoriesca il liquido in caso di guasto non è, infatti, possibile. 

I vantaggi: 

  • sensibilità molto elevata, pressioni misurabili nel campo dei mbar
  • elevati campi di misura della pressione possibili, da  pochi mbar fino a 2000 bar.
  • protezione da sovraccarico molto elevata
  • eccellente accuratezza fino allo 0,05% dell’intervallo di misura
  • design del sensore molto compatto
  • comportamento dell’isteresi molto buono e buona ripetibilità
  • economico in comparazione con altri sensori
  • pressioni statiche e dinamiche

Gli svantaggi: 

  • necessita di fluido di trasmissione
  • necessita di compensazione della temperatura

Sensori a film sottile: stabilità a lungo termine e prezzi elevati 

A differenza dei sensori di pressione piezoresistivi, i sensori a film sottile si basano su un corpo principale metallico. Su questo corpo i quattro resistori collegati a un ponte di Wheatstone vengono applicati secondo un processo chiamato “sputtering”. Anche in questo caso, dunque, la pressione viene rilevata tramite una variazione di resistenza causata dalla deformazione. Oltre agli estensimetri possono essere inseriti anche i resistori di compensazione della temperatura. Non è necessario alcun fluido di trasmissione, come invece lo è con i sensori di pressione piezoresistivi. 

I vantaggi: 

  • dimensioni molto piccole
  • pressioni misurabili fino a 8000 bar
  • eccellente stabilità a lungo termine
  • non necessita di compensazione della temperatura
  • elevata accuratezza
  • elevata pressione di scoppio
  • pressioni statiche e dinamiche

Gli svantaggi: 

  • sensibilità inferiore rispetto ai sensori di pressione piezoresistivi, pertanto le pressioni basse sono meno facilmente misurabili
  • costoso  se comparato ad altri sensori

Sensori a film spesso: particolarmente resistenti alla corrosione 

Come materiale di base per i sensori a film spesso viene utilizzata la ceramica (ossido di alluminio). Questi sensori di pressione sono monolitici, il che significa che il corpo del sensore è costituito da un unico materiale. Questa caratteristica assicura un’eccellente stabilità a lungo termine. Inoltre, la ceramica è particolarmente resistente alla corrosione di sostante aggressive. Con questo tipo di sensori il ponte di Wheatstone viene stampato sul corpo principale mediante una tecnologia a film spesso e poi viene impresso a temperature elevate. 

I vantaggi: 

  • ottima resistenza alla corrosione
  • non necessita di compensazione della temperatura
  • elevata stabilità a lungo termine
  • non necessita di separatore

Gli svantaggi: 

  • non adatto alle misure di pressioni dinamiche
  • intervallo di pressione con limite superiore massimo a circa 400 bar