Misura della pressione nei fluidi abrasivi grazie alla membrana in Vulkollan®

Misura della pressione nei fluidi abrasivi grazie alla membrana in Vulkollan®

Normalmente i sensori di pressione sono disponibili in acciaio inossidabile o titanio. In questo modo sono coperte tutte le applicazioni su banco prova e le attività di monitoraggio comuni. Quando, però, c’è un contatto con sostanze particolarmente abrasive, è necessaria una maggiore protezione. Spesso una membrana aggiuntiva in Vulkollan® è in grado di soddisfare le esigenze del caso.

Prima di occuparci di due esempi concreti di applicazione, una piccola introduzione alla materia in sé: il Vulkollan® è la denominazione commerciale per gomma poliestere-uretano,una plastica in poliuretano con proprietà elastiche e una buona resistenza chimica e meccanica. Il materiale di gomma elastica viene utilizzato in diverse varianti: schiuma, plastica flessibile cellulare, nonché plastica solida. Mentre le prime due varianti vengono usate prevalentemente nella tecnica di pigging, la plastica solida viene trasformata in ruote, rulli e rivestimenti. Qui l’intervallo di temperatura di esercizio va da -20 a +80 gradi centigradi. 

Il calcestruzzo come mezzo di contatto 

Un’azienda leader nel campo dell’ingegneria specialistica delle costruzioni sotterranee si è rivolta alla STS alla ricerca di un sensore di pressione che possa essere utilizzato in modo sicuro in un mezzo fluido abrasivo. Nel caso specifico, stiamo parlando del calcestruzzo. Lo specialista nelle costruzioni sotterranee costruisce l’apparecchiatura idraulica che scava i buchi nella terra e li riempie con il calcestruzzo per realizzare dei pali. 

Affinché questi pali in calcestruzzo abbiano una struttura stabile, deve essere garantito un flusso continuo di calcestruzzo. Il materiale viene versato nello scavo per mezzo di un tubo. Una volta che il tubo viene inserito nel buco, può succedere che il calcestruzzo otturi l’interno del tubo stesso, portando ad un arresto dei lavori. 

Per evitare tutto ciò, bisogna inserire un sensore di pressione all’interno del tubo. Dato che il calcestruzzo viene versato nel buco mediante il tubo con l’aiuto di una pompa, un’otturazione è facilmente riconoscibile per via dell’elevata pressione che si crea all’interno del tubo. Per questo compito non è possibile scegliere un sensore di pressione in acciaio inossidabile, poiché resisterebbe al calcestruzzo per poco tempo soltanto. 

La risposta della STS a questa sfida è stata di dotare un sensore a flangia di una membrana aggiuntiva in Vulkollan®. Grazie a questa protezione il sensore utilizzato raggiunge un ciclo di vita di un anno con un errore totale del 5 percento. Sia la costruzione meccanica che i collegamenti elettrici sono stati realizzati su misura. La consegna è avvenuta in breve tempo. 

Misurazione del livello di riempimento nelle cisterne di zavorra 

Un produttore di sistemi di controllo per le navi, alla ricerca di una soluzione affidabile per misurare il livello dell’acqua nelle cisterne di zavorra, si è rivolto alla STS. Le cisterne di zavorra vengono utilizzate per agire sulla posizione del centro di massa di un’imbarcazione. Le navi da carico, ad esempio, sono costruite in modo tale che a pieno carico la linea di costruzione coincida con l’effettiva linea di galleggiamento. Quando una nave salpa invece senza carico, lo scafo affiora talmente fuori dall’acqua che gran parte della prua si innalza. Sebbene lo scafo si trovi più in profondità per via del peso del motore, può succedere che non sia abbastanza in profondità da permettere alle eliche di essere immerse a sufficienza nell’acqua – in tal caso la nave non è manovrabile. Per evitare che ciò accada, vengono riempite d’acqua le cisterne di zavorra. 

I sensori che monitorano il livello di riempimento non entrano, però, solo in contatto con l’acqua del mare (per questo è sufficiente che il corpo del sensore sia in titanio), ma entrano in contatto anche con sabbia, piccole pietre e cozze. Al fine di ottimizzare la durata di vita del sensore, la sua membrana è stata ricoperta con una pellicola in Vulkollan®.

Immagine 1: Esempio di sensore di pressione con pellicola in Vulkollan®.

Grazie al Vulkollan® è stato possibile ottimizzare i sensori di pressione per l’utilizzo in mezzi abrasivi. Tuttavia, ciò non include le sostanze a rischio esplosione o gli acidi. Qui trovi maggiori informazioni sul tema della compatibilità dei sensori di pressione piezoresistivi con le sostanze. Inoltre, gli utenti devono tener presente che la protezione aggiuntiva in Vulkollan® influenza negativamente la precisione del sensore. Anche il comportamento termico del sensore diventa instabile.

Per tutte queste ragioni, nella ricerca di una soluzione di misura della pressione idonea al contatto con i mezzi abrasivi,non c’è niente di meglio di un’ampia consulenza specialistica con gli esperti.

Picchi di pressione negli impianti idraulici: un rischio per i sensori e gli impianti stessi

Picchi di pressione negli impianti idraulici: un rischio per i sensori e gli impianti stessi

I picchi di pressione si verificano praticamente in tutti le tubazioni che conducono gas e sostanze liquide. Le pressioni che si generano nel giro di pochi millisecondi possono superare la pressione di sovraccarico dei trasmettitori di pressione utilizzati, rovinando questi ultimi.

Solitamente ci si accorge dei picchi di pressione, ovvero pressioni molto elevate che durano per poco tempo, solo a danno avvenuto. I picchi di pressione sono la conseguenza di colpi di pressione e altri fenomeni fisici (cavitazione, effetto micro diesel) presenti ovunque si trasportino sostanze liquide o gas attraverso dei tubi. Tuttavia, i picchi di pressione con i gas sono meno rilevanti per via della loro relativamente alta compressibilità e solo di rado costituiscono un problema. Quando si parla di condutture dell’acqua si utilizza spesso anche il termine “colpo d’ariete”. Con questo termine si indica una variazione della pressione dinamica del liquido. Quando ad esempio si chiude velocemente una valvola, il flusso d’acqua si blocca all’istante. Questo provoca un’onda di pressione che percorre il mezzo in direzione opposta al flusso ad una velocità sonica per poi riflettersi di nuovo nel verso contrario. Nel giro di millisecondi si crea un forte aumento della pressione che può causare danni ai sensori di pressione e all’impianto (danni ai raccordi e ai fissaggi dei tubi, nonché alle pompe e alle loro fondazioni ecc.). In primo luogo, però, colpisce solitamente lo strumento di misurazione ed è su questo che ci concentreremo di seguito. I danni possono manifestarsi sotto forma di un minuscolo “colpo perforante” o sotto forma di deformazioni (vedi immagini 1 e 2).

Immagine 1: “colpo perforante” a seguito di un picco di pressione

Immagine 2: deformazioni dovute a picchi di pressione

Se la pressione applicata sul trasmettitore di pressione supera la pressione di sovraccarico, il trasmettitore subisce danni permanenti. Ci sono due possibili scenari: per quanto possa suonare paradossale, se con un picco di pressione si ha la distruzione totale dello strumento di misurazione è la conseguenza migliore che possa capitare, poiché in questo caso gli utenti si accorgono immediatamente del danno. Se, invece, a seguito di un picco di pressione il sensore si deforma semplicemente, questo continua a funzionare, ma fornisce soltanto misurazioni inaccurate. Le conseguenze economiche sono di gran lunga maggiori rispetto ad un sensore completamente rotto. 

Ecco come evitare i danni causati dai picchi di pressione 

La strada maestra per prevenire i danni causati dai picchi di pressione è integrare negli impianti gli smorzatori di pulsazioni o i riduttori di pressione. Altri mezzi, come ad esempio l’uso di valvole, non servirebbero a raggiungere l’obiettivo poiché le valvole sono troppo lente per reagire ai picchi di pressione che si generano in millisecondi. 

Lo scopo di un riduttore è ammortizzare i picchi di pressione, cosicché non superino più la pressione di sovraccarico del trasmettitore di pressione provocando dei danni. A questo proposito il riduttore viene posizionato nel canale di pressione prima della cella del sensore. Così facendo, i picchi di pressione non colpiscono più la membrana in modo diretto e incondizionato, dal momento che devono prima snodarsi nel riduttore.

Immagine 3: Canale di pressione con riduttore di pressione

Sulla base dell’ottima protezione fornita contro i picchi di pressione, l’utilizzo dei riduttori di pressione è la variante migliore, eppure non è priva di insidie. Soprattutto nel caso di sostanze con parti solide e parti in sospensione, infatti, si può verificare un blocco del canale di pressione per via delle calcificazioni e delle sedimentazioni. Come conseguenza si avrà un rallentamento del segnale di misurazione. Quindi, quando si utilizzano i riduttori di pressione in questo tipo di applicazioni, bisogna eseguire periodicamente dei controlli. 

Una protezione supplementare contro i picchi di pressione può essere fornita da una maggiore resistenza di sovraccarico rispetto alla norma. Se questo sia consigliabile o meno dipende dalla singola applicazione: quando, ad esempio, sono richiesti valori di alta precisione, questi potrebbero non essere più raggiunti in caso di resistenza di sovraccarico molto elevata rispetto al campo di misurazione.

Collaudo dei regolatori di pressione proporzionale negli impianti idraulici

Collaudo dei regolatori di pressione proporzionale negli impianti idraulici

Nell’ambito dello sviluppo di complessi sistemi idraulici, durante il collaudo dei regolatori di pressione proporzionale è richiesta un’elevata capacità di impulso e precisione da parte dei sensori di misura della pressione utilizzati.

Quando si sviluppano nuovi sistemi idraulici, come ad esempio nella costruzione dei veicoli, un gran numero di componenti deve interagire alla perfezione. Accanto ai dati tratti dall’esperienza e ai modelli, i test ripetitivi svolgono un ruolo importante al banco di prova. I componenti provenienti dai fornitori corrispondono alle specifiche? Ci sono già risultati ottimali nell’intero sistema? 

Nei sistemi oleoidraulici, come ad esempio le frizioni dei veicoli, le valvole di pressione utilizzate sono di grande importanza. Trattandosi di componenti meccanici, queste devono essere accuratamente qualificate per ridurre al minimo gli effetti negativi come le sovraelongazioni o gli effetti di flusso avversi. Una valvola che non funziona in modo ottimale si ripercuote negativamente sull’intero sistema. Quali picchi di pressione si prevedono e quali effetti hanno sul sistema? Come deve essere costruita la valvola in modo tale da permettere degli accoppiamenti il più possibile delicati e senza vibrazioni? Per chiarire queste domande un ruolo chiave è svolto dal rilevamento preciso della pressione. Sono necessari numerosi test, fino a quando non c’è un sistema globale armonioso e si possono in gran parte escludere questi effetti negativi. Poiché, tuttavia, i test non sono eseguiti in modo isolato sulla valvola della pressione, bensì nell’intero sistema, i requisiti dei sensori utilizzati sono di conseguenza elevati. 

Misurazione della pressione nei sistemi idraulici: sono richieste le massime prestazioni 

In qualità di partner esperto per le applicazioni di misura della pressione nel campo Test & Measurement, la STS ha già potuto supportare un gran numero di progetti per il collaudo dei regolatori di pressione proporzionale negli impianti idraulici. Per questo conosciamo perfettamente quali sono gli elevati requisiti per le valvole della pressione dei sistemi oleoidraulici quando si misura la pressione. 

A causa dei compiti sempre più complessi nella qualificazione dei sistemi idraulici, lo spazio è diventato un criterio decisivo. Poiché, infatti, oggi nei sistemi si trovano molti sensori, più il sensore è piccolo, meglio è. Per soddisfare le esigenze in termini di miniaturizzazione dei sensori, l’anno scorso la STS ha introdotto con l’ATM.mini un trasmettitore di pressione di precisione che misura solo 17,5 x 49 millimetri, impiegato, nel frattempo, in numerosi banchi di prova. Per quanto riguarda l’installazione è richiesta anche flessibilità, dal momento in cui non deve essere adatto solo dal punto di vista dello spazio. Anche per quanto riguarda i collegamenti di processo ci sono sempre altri requisiti da soddisfare. Infine, nello sviluppo di un’applicazione al banco di prova, possiamo dire per esperienza che la scelta e l’installazione dei sensori spesso si trovano all’ultimo posto e devono potersi adattare ai fatti. Per questo motivo la STS segue un principio costruttivo modulare in modo da poter adattare i prodotti completi alle specifiche individuali. Ciò vale naturalmente anche per l’ATM.mini.

Oltre alle dimensioni, i “dati interni” sono determinanti. Continuiamo con il sistema idraulico nella costruzione dei veicoli: nelle misurazioni continue durante il test una capacità di impulso molto buona è una condizione imprescindibile. Le pressioni devono poter essere rilevate dinamicamente nello spazio di millisecondi. Inoltre, il tutto deve svolgersi in modo molto preciso in un intervallo di temperatura relativamente ampio compreso tra -30 e 140°C. Spesso la non-linearità può essere al massimo dello 0,1 percento del valore di fondo scala (qui puoi leggere maggiori informazioni sul tema dell’accuratezza). Da ultimo questo significa anche che il trasmettitore di pressione è ampiamente insensibile alle vibrazioni. Un ulteriore importante fattore è che durante il collaudo dei componenti in un sistema idraulico possono sempre verificarsi dei picchi di pressione la cui estensione non può essere determinata con precisione in anticipo. Per le applicazioni di questo tipo è dunque richiesto un trasmettitore di pressione con una capacità di sovraccarico che sia un multiplo del campo di misura.

 

L’ATM.mini da noi prodotto soddisfa tutti questi requisiti. Ecco i vantaggi in breve:

  • campo di misura della pressione da 0…1 bar a 0…100 bar
  • eccellente accuratezza dello 0,5% del fondo scala
  • design compatto con dimensioni esterne di 17,5 x 49 millimetri
  • massima precisione per l’intero intervallo di temperatura
  • campo di temperatura compensato da – 40 a 125°C
  • nessuna incompatibilità con le sostanze grazie al connettore di pressione saldato
  • soluzione adattabile caso per caso grazie alla struttura modulare
Applicazione della tecnica di misurazione della pressione nel settore navale

Applicazione della tecnica di misurazione della pressione nel settore navale

Nel settore navale e in particolar modo nelle costruzioni delle navi i sensori rivestono un ruolo essenziale. Misurare in modo affidabile e corretto la pressione, la temperatura e le altre grandezze in diversi serbatoi è un procedimento importante per evitare la fuoriuscita di sostanze aggressive, controllare i cicli dell’acqua durante l’attività navale e garantire un trasporto delle merci in alto mare senza difficoltà.

La tecnologia dei sensori che viene qui impiegata deve soddisfare diverse esigenze. Tra queste rientra il fatto che il materiale deve essere sufficientemente robusto per poter essere utilizzato a lungo. Anche l’elettronica, però, deve reggere alle dure condizioni presenti in mare aperto e deve quindi presentare un’alta resistenza. 

Monitoraggio dei carichi secchi e liquidi 

La parte principale del carico è costituita dalla merce da trasportare. Per mare vengono trasportati sia carichi secchi che carichi liquidi. Si parla di carichi secchi quando si trasportano materiali sfusi come cereali o mangimi ma anche colli singoli in container. Invece i carichi liquidi richiedono un monitoraggio particolarmente accurato e affidabile, poiché in questi casi di solito si trasportano sostanze molto sensibili come la benzina, il petrolio o il gasolio. Per evitare la fuoriuscita di materiali liquidi aggressivi, evitando dunque avarie con gravi conseguenze ecologiche, i prodotti utilizzati devono essere particolarmente robusti e affidabili. Anche i sensori, quindi, devono soddisfare requisiti elevati. 

Serbatoi di acqua dolce e acque reflue 

L’acqua dolce o potabile viene trasportata su navi da carico in apposite cisterne di acqua potabile oppure viene ricavata dall’acqua del mare tramite un trattamento per l’acqua potabile. Anche la raccolta, la depurazione e lo smaltimento delle acque di scarico delle navi nei propri serbatoi, devono essere monitorati con una tecnologia adeguata. Poiché queste acque reflue sono spesso contaminate da sostanze nocive come oli e detersivi, il trattamento è ulteriormente soggetto a determinate condizioni. Sia i serbatoi per l’acqua dolce che quelli per le acque reflue vengono controllati e monitorati tramite sensori integrati. In questo modo è possibile controllare i sistemi in modo efficace, garantendo un approvvigionamento idrico ottimale in alto mare. 

Casse zavorra 

Le casse zavorra sono un elemento importante della navigazione. Senza il carico fornito da queste – di fatto – cisterne le grandi navi da carico potrebbero essere troppo leggere e così le eliche della nave non andrebbero abbastanza in profondità nell’acqua. Per assicurare sufficiente profondità, le casse zavorra vengono riempite con l’acqua di mare. Inoltre, grazie a queste cisterne è possibile bilanciare la distribuzione del peso di una nave carica. Poiché le cisterne vengono riempite con acqua salata, sia i materiali delle cisterne che i materiali dei sensori impiegati devono essere robusti e resistenti alla corrosione. Si presta, infatti, particolare attenzione all’elevata affidabilità e resistenza, perché durante la navigazione i sensori in funzionamento a bordo sono quasi inaccessibili e quindi devono funzionare correttamente senza alcun tipo di manutenzione manuale o controllo.

Image 1: Level measurement installation options

Requisiti speciali per i sensori 

Nel corso degli ultimi anni per la costruzione navale si sono registrate continuamente innovazioni decisive in base alle quali è necessario reagire di conseguenza anche nella produzione dei sensori impiegati. Quindici anni fa, ad esempio, si puntava ancora sulla robustezza dell’acciaio inossidabile, ma oggi si sa che a contatto con l’acqua salata corrode a partire da una temperatura superiore a 21 gradi. Al suo posto oggi si usa il titanio. La STS ha riconosciuto subito questa problematica ed è stata una delle prime aziende a utilizzare il titanio come parte integrante della tecnologia dei sensori. Questo materiale estremamente stabile e robusto viene oggi impiegato in maniera standard per una varietà di trasmettitori di pressione e sonde ad immersione, dato che resiste anche alle condizioni più avverse. 

I requisiti tecnologici cambiano continuamente con la crescita e lo sviluppo del settore. Quello che fino a poco tempo fa era uno standard oggi può essere già insufficiente. Per questo la STS si impegna a sviluppare costantemente la tecnologia dei sensori offerti, garantendo così affidabilità e accuratezza anche rispetto alle crescenti esigenze dell’industria. Questa flessibilità e qualità ripagano: il tasso di rendimento è trascurabile e i problemi derivano più da errori umani che da errori tecnici. 

Collaborazione con la AE Sensors 

Ormai da più di 27 anni la STS collabora con l’azienda olandese a conduzione familiare AE Sensors. Insieme forniamo sensori ai principali clienti dell’industria navale. Grazie all’assistenza competente e all’impiego di soluzioni flessibili i nostri clienti sono riusciti a registrare un’enorme crescita in poco tempo. Nei cantieri di tutto il mondo si costruiscono navi ultramoderne che utilizzano sonde ad immersione, trasmettitori di pressione e altre soluzioni su misura della STS. Di standard vengono utilizzati soprattutto i sensori ATM/N e ATM.1ST/N in titanio con cavo in teflon. 

Grazie al sistema di montaggio modulare l’installazione dei sensori può essere adattata alle esigenze in questione in modo variabile. È possibile eseguire anche diversi tipi di misurazioni, come ad esempio la sovrapressione o la pressione assoluta. La lunga collaborazione di anni e anni con i nostri clienti soddisfatti dimostrano l’alta flessibilità della STS e del nostro partner AE Sensors, nonché l’impeccabile qualità della tecnologia dei nostri sensori.

Soluzione innovativa per misurare la pressione nella produzione di Biogas

Soluzione innovativa per misurare la pressione nella produzione di Biogas

L’analisi microbiologica è una parte importante del processo di produzione di biogas. In ciò vengono utilizzati trasmettitori combinati di pressione e temperatura della STS.

L’Istituto di Agraria e Zootecnia Institut für Landtechnik und Tierhaltung del Bayerische Landesanstalt für Landwirtschaft (Istituto Nazionale per l’Agricoltura della Baviera) studia, tra le altre cose, l’influsso delle sostanze attivanti o tossiche sul processo di produzione di biogas. Al contrario dei processi continuativi a flussi continui in una centrale a biogas tali ricerche potenziali vengono condotte in procedimenti batch discontinui. Per queste ricerche è stato sviluppato appositamente un mini sistema batch installato su trasmettitori combinati di pressione e temperatura della STS.

Misurazione dell’attività microbica

Al fine di garantire un controllo affidabile della temperatura, indispensabile in tali ricerche per via del fondamentale significato per l’attività microbica, il mini sistema batch viene immerso in un bagno d’acqua. All’interno sono disponibili 33 stazioni di misurazione, così che si testino dieci varianti e una prova campionein modo parallelo e, statisticamente parlando, significativo. La misurazione dell’attività microbica avviene indirettamente tramite la continua determinazione della produzione di biogas con l’aiuto dei trasmettitori di pressione ATM/N della STS.

Per poter poi determinare la produzione di metano, si analizza periodicamente la composizione del gas ad un gascromatografo. I trasmettitori ATM/N, dopo l’aggiunta di 100 ml di contenuto fermentatore in bottiglie SchottDuran da 300ml, sono in grado di registrare l’aumento esatto della pressione risultante dalla produzione di biogas. In questo modo è possibile ottenere sia una valutazione statistica precisa e un calcolo dell’aggiunta delle sostanze nel processo della produzione di biogas, sia un confronto tra varianti.

Sensori combinati con ampio campo d’utilizzo

Il vantaggio principale dei sensori combinati per la pressione e la temperatura è il rilevamento di entrambe le variabili del processo con un solo connettore di pressione. Il sensore di temperatura si trova nel mezzo e offre un campo di misurazione compreso tra  – 25 … + 50 °C. Tutti i collegamenti sono saldati e rispettano il grado di protezione IP68. Questo ha il vantaggio di poter impiegare i sensori, oltre che nell’industria, anche per applicazioni nelle industrie alimentare e farmaceutica. Altre tipiche applicazioni dei trasmettitori sono da ricercarsi nell’ingegneria impiantistica e meccanica, nelle tecnologie di controllo e calibrazione, nelle tecnologie di processo, nell’ingegneria ambientale così come in quella navale. Inoltre, nell’ambito industriale degli impianti a biogas i sensori vengono impiegati per determinare il livello di riempimento nei fermentatori.

I seguenti parametri contraddistinguono il sensore di pressione: intervalli di misura da 0 … 50 mbar fino a 0 … 25 bar,alta dinamica e precisione(< 0,1 % FS), adeguamenti meccanici ed elettrici agli utilizzi dei clienti sulla base del sistema di costruzione a blocchi del fornitore. Su richiesta sono disponibili anche versioni a sicurezza intrinseca. Grazie a queste caratteristiche tecniche i sensori di pressione sono adatti a diversi settori di impiego nella tecnica di misurazione e nell’attrezzatura di banchi di prova o di sistemi di calibrazione.

Pubblicazione originale:   INDUSTRIELLE AUTOMATION 2/2014

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